Vaccino Astrazeneca: è sicuro? È efficace?

Vaccino Astrazeneca: è sicuro? È efficace?

Vaccino Astrazeneca: è sicuro? È efficace?

Il vaccino dell’azienda farmaceutica Astrazeneca è stato alla base di numerose vicende durante queste settimane che ne hanno messo in dubbio l’affidabilità e la sicurezza. Facciamo chiarezza nell’ultimo articolo del nostro Blog.

Vaccino Astrazeneca: come funziona

Il vaccino Oxfort/Astrazeneca è un vaccino a vettore virale, ossia contiene un virus innocuo per l’uomo ( l’adenovirus di Chimpanzè modificato) al cui interno c’è il Dna necessario per produrre la proteina Spike. Una volta iniettato, le nostre cellule hanno le informazioni necessarie per produrre la proteina Spike, che stimola il nostro sistema immunitario a produrre anticorpi in grado finalmente di uccidere il coronavirus.

Per raggiungere l’immunità è necessario effettuare 2 dosi a distanza di circa 12 settimana l’una dall’altra e si può somministrare solo a persone di età superiore ai 18 anni.

La protezione inizia dopo circa 3 settimane dopo la somministrazione della prima dose e persiste fino a 12 settimane. Tuttavia è necessario effettuare la seconda dose per mantenere tale immunità e comunque  fino a 15 giorni dopo la somministrazione della seconda dose la protezione potrebbe essere incompleta.

Vaccino astrazeneca: è efficace?

La sua efficacia durante gli studi di Fase III si è attestata intorno al 70%. Tale percentuale, che potrebbe sembrare bassa è in realtà più che sufficiente per prevenire gli eventi avversi legati ad un’infezione da covid-19 (considerando per esempio che i normali vaccini antinfluenzali hanno un efficacia intorno al 40-50%, riuscendo a ridurre in ogni caso le ospedalizzazioni dovute alla comune influenza)

Attualmente il vaccino Astrazeneca risulta efficace anche contro la variante inglese, mentre ulteriori studi sono ancora in corso per comprendere l’efficacia anche contro la variante brasiliana e sudafricana.

Vaccino Astrazeneca: è sicuro?

Le ultime settimane sono state molto travagliate per il vaccino Astrazeneca in quanto sono emersi alcuni effetti collaterali che hanno preoccupato gli scienziati e la comunità tutta.

Facciamo un po' di chiarezza:

Durante i primi 3 mesi di somministrazione del vaccino Astrazeneca, si sono verificati ( su 5 milioni di persone vaccinate) circa 35 casi di tromboembolia ( pari circa allo 0,0006%). Tuttavia la trombosi è un evento molto comune soprattutto nelle persone che adesso sono soggette a vaccinazione. Difatti si stima che 1 adulto circa su 1000 persone l’anno è colpito da tromboembolia. Di conseguenza si comprende dai numeri che tale evento può colpire in ugual misura sia le persone vaccinate che non vaccinate.

Analizziamo la successione di eventi di questi giorni:

  • 10 marzo - La Danimarca sospende la somministrazione del vaccino a causa della morte di una donna in seguito ad un evento tromboembolico.Anche Vienna, con Estonia, Lituania, Lettonia e Lussemburgo decidono per precauzione di interrompere le somministrazioni. Germania si allinea alla Danimarca. Regno Unito e il Belgio invece, hanno continuato a somministrare il vaccino ritenendolo sicuro ed efficace.Difatti basti considerare che solo nel Regno Unito oltre 10 milioni di persone lo hanno già ricevuto e i casi di gravi reazioni avverse sono stati rarissimi e comunque in linea con quelli del vaccino di Pfizer-BioNTech.
  • 13 marzo - L’AIFA ( agenzia italiana del farmaco) considera ingiustificato tale allarmismo, e decide di bloccare solo un lotto del vaccino, continuando comunque a somministrare i restanti lotti. Francia e spagna bloccano la somministrazione del vaccino
  • 15-marzo-  L’AIFA ha deciso di estendere in via del tutto precauzionale e temporanea, in attesa dei pronunciamenti dell’EMA, il divieto di utilizzo del vaccino AstraZeneca Covid19 su tutto il territorio nazionale.Tale decisione è stata più che altro politica in quanto assunta più che per reale preoccupazione del rischio di somministrazione, solo per essere in linea la politica comunitaria degli altri Paese europei.
  • 18 marzo - L’ EMA ( Agenzia Europea del farmaco), una volta analizzati i dati in suo possesso, si pronuncia a favore del vaccino, confermandone la sicurezza.Difatti sono stati segnalati sette casi di coagulazione intravascolare e 18 casi di trombosi su quasi 20 milioni di persone vaccinate,  un numero inferiore a quello atteso nella popolazione (consideriamo che in Italia si registrano circa 60mila casi all’anno, 166 al giorno). I casi di trombosi dopo la somministrazione del vaccino AstraZeneca sono comunque inferiori rispetto a quelli che avvengono tra la popolazione non vaccinata e in più non non sono stati trovati problemi ne di qualità o di lotti”.

In conclusione…

Non è possibile evitare del tutto gli effetti collaterali legati alla somministrazione di un farmaco, che sia questo una tachipirina o un vaccino. Difatti non esiste un rischio zero, soprattutto quando legato ad una vaccinazione di massa che coinvolgere milioni di persone. Ognuno ha delle patologie di base differenti con una storia personale differente per cui reagirà in maniera del tutto individuale alla somministrazione di un dato farmaco.

Quello che è accaduto al vaccino Astrazeneca è in realtà un operazione che avviene quasi quotidianamente nel mondo farmaceutico ed è quello che rientra nell’immensa branca della farmacoviglianza.

Gli eventi avversi legati alla somministrazione di un farmaco sono sempre tenuti sotto controllo anche anni dopo la messa in commercio e garantiscono a noi popolazione una sicurezza ( o meglio un rapporto beneficio rischio) sempre massima.

Difatti la sicurezza di un farmaco o in questo caso del vaccino astrazeneca viene sempre valutata considerando il famoso RISCHIO/BENEFICIO.

E’ meglio far ammalare milioni di persone di Covid-19 il cui tasso di mortalità è pari al 3,5 % ( senza considerare gli effetti a lungo termine sulla salute delle persone ancora in vita) , oppure “rischiare” un evento avverso per adesso non ancora confermato la cui percentuale è pari allo 0,00065?

L’allarmismo generale nutre spesso solo le testate giornalistiche e allontana le persone dai veri dati e non riesce a far trarre le giuste conclusioni.I dati sopracitati sono riconosciuti dalla comunità scientifica e pertanto non opinabili.

Ad ognuno quindi le opportune considerazione, ricordando sempre che dalla pandemia si esce solo se rimaniamo uniti e se evitiamo di incentivare allarmismi senza nessun fondamento scientifico.

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